Questo quartetto bergamasco ci propone un violento black / death metal suonato con cattiveria e precisione molto notevole.
Il nome dell’album è “ Dethrone the light “ e partiamo subito con 1939 in Italy the Exorcism, pezzo che inizia con una sfuriata alla Dissection per poi sfociare in un andante ritmato accompagnato da una voce in stile lirico, per la prima battuta ; il pezzo chiude con un bridge dai sapori progressive per poi ritornare alla sfuriata iniziale.
Passiamo a Ancient realism in flames, traccia più tipicamente black ma con uno stacco maideniano veramente inserito a pennello. Il drumming di Ades è veramente violento e preciso ed accompagna in modo eccellente il riffing.
Arriva il turno di Dethrone the light che apre con un intro dai “vecchi ricordi” per catapultarci in sonorità infernali ed apocalittiche. Pezzo che alterna violenza a parti più cadenzate con, un passaggio di doppie voci molto intrigante. Pezzo da pogo violento!
Infernal fall è un macigno black metal , il riffing delle due asce è preciso e malato..caratteristica dei quattro è non rimanere piatti e alternare le sfuriate a dei bridge che presentano molto gusto musicale.
Philosopy of christian’s existence parte con un drumming cavalcato che sfocia nella violenza oramai diventato biglietto da visita dei quattro bergamaschi. Traccia che a metà ascolto ci fa assaporare un bridge thrash death veramente bello.
Requiem for god, “preghiera” che presenta un riffing più malinconico accompagnato dal solito instancabile drumming..traccia dai sapori black doom..
Con The obscure legend of Gonzaga’s fort torniamo al muro sonoro che alterna violenza a parti più tipicamente death svedesi..il riffing di questa traccia è degno di nota e presenta arrangiamenti molto belli.
Chiude l’album Total eclipse of blasphemy , violento pugno nei denti che alterna micidiali parti a bridge melodici..I nostri ci accompagnano alla fine del loro lavoro con la parte più tirata dell’album accompagnata da un screaming violento e malinconico…
Buon lavoro complessivamente suonato con la precisione e la cattiveria giusta per il genere…uniche pecche, a parere del sottoscritto, sono la voce che rimane abbastanza piatta di tonalità in tutti e 36 i minuti, e inoltre avrei curato un po’ di più gli arrangiamenti di chitarra.
Comunque ci troviamo di fronte ad una band molto valida, ed hanno il mio in bocca al lupo per tutto!!
7,5
Ulderico “il selvaggio” Amoroso
Il nome dell’album è “ Dethrone the light “ e partiamo subito con 1939 in Italy the Exorcism, pezzo che inizia con una sfuriata alla Dissection per poi sfociare in un andante ritmato accompagnato da una voce in stile lirico, per la prima battuta ; il pezzo chiude con un bridge dai sapori progressive per poi ritornare alla sfuriata iniziale.
Passiamo a Ancient realism in flames, traccia più tipicamente black ma con uno stacco maideniano veramente inserito a pennello. Il drumming di Ades è veramente violento e preciso ed accompagna in modo eccellente il riffing.
Arriva il turno di Dethrone the light che apre con un intro dai “vecchi ricordi” per catapultarci in sonorità infernali ed apocalittiche. Pezzo che alterna violenza a parti più cadenzate con, un passaggio di doppie voci molto intrigante. Pezzo da pogo violento!
Infernal fall è un macigno black metal , il riffing delle due asce è preciso e malato..caratteristica dei quattro è non rimanere piatti e alternare le sfuriate a dei bridge che presentano molto gusto musicale.
Philosopy of christian’s existence parte con un drumming cavalcato che sfocia nella violenza oramai diventato biglietto da visita dei quattro bergamaschi. Traccia che a metà ascolto ci fa assaporare un bridge thrash death veramente bello.
Requiem for god, “preghiera” che presenta un riffing più malinconico accompagnato dal solito instancabile drumming..traccia dai sapori black doom..
Con The obscure legend of Gonzaga’s fort torniamo al muro sonoro che alterna violenza a parti più tipicamente death svedesi..il riffing di questa traccia è degno di nota e presenta arrangiamenti molto belli.
Chiude l’album Total eclipse of blasphemy , violento pugno nei denti che alterna micidiali parti a bridge melodici..I nostri ci accompagnano alla fine del loro lavoro con la parte più tirata dell’album accompagnata da un screaming violento e malinconico…
Buon lavoro complessivamente suonato con la precisione e la cattiveria giusta per il genere…uniche pecche, a parere del sottoscritto, sono la voce che rimane abbastanza piatta di tonalità in tutti e 36 i minuti, e inoltre avrei curato un po’ di più gli arrangiamenti di chitarra.
Comunque ci troviamo di fronte ad una band molto valida, ed hanno il mio in bocca al lupo per tutto!!
7,5
Ulderico “il selvaggio” Amoroso
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