venerdì 14 novembre 2008

Hellvate-Hellvate(demo)


Il 2002 è l’anno che vede la nascita di un nuovo gruppo che, di lì a poco, occuperà insieme ad altri la scena del metal estremo del nostro Belpaese. Stiamo parlando degli Hellvate, miscuglio di death e black metal, forti e d’impatto, il cui nome è un curioso accoppiamento di sacro e profano, con la fusione tra i due sostantivi “hell” e “vate” che fanno di questi ragazzi dei veri e propri “profeti dell’inferno”. Nel 2006, giungono alla stesura del loro primo demo che porta il loro stesso nome, “Hellvate”, ma trovano una certa stabilità solo di recente, a seguito di non pochi cambiamenti di line – up.
Ma arriviamo alla recensione di questo demo..
Cinque tracce scandiscono l’esordio di questo gruppo di giovani ragazzi, tracce dai titoli che lasciano trasparire una probabile passione per il mito e la leggenda, per gli scenari bui ed oscuri, come quelli creati nelle notti di luna piena o nei freddi inverni. La voce è in costante scream : tagliente e sofferta, comunica un senso di inquietudine che bene si adatta alle atmosfere create dai riff di chitarra e dai giri di basso. Pesante e deciso nei primi due pezzi [“Legend” e “Under the sign of fullmoon”], il ritmo si affievolisce momentaneamente nel passaggio scandito con la terza track, “Alive in the wood”, il cui intro acustico ci proietta in un’atmosfera in cui l’apparente tranquillità primordiale si spezza improvvisamente, con urla disperate ed imploranti. Con venature quasi black metal [sia per l’uso delle chitarre continuamente distorte che per i temi trattati nei testi], i nostri Hellvate ci regalano le ultime, potenti, note con i pezzi ai quali è affidata la chiusura del mini CD : “Scream my name” e “Return of Winter Night”. Sorprendente, a mio avviso, soprattutto quest’ultima, che a metà e sul finale si tinge dei toni più intimi e trasognanti con i riff [questa volta puliti] di chitarra e gli splendidi giri di basso [adoro quando, come in questo caso, si dà spazio anche ad uno strumento come il basso che, forse, troppo spesso viene “offuscato”].
Tutto sommato esordio abbastanza buono, se non fosse per una qualità piuttosto mediocre del suono che, probabilmente, contribuisce a rendere il tutto un po’ monotono e piatto. Il risultato è una non trascurabile perdita d’impatto che, probabilmente, verrà ampiamente recuperata con le esibizioni live.
Curate i suoni ragazzi :in un genere come il death metal [e soprattutto in cui caso come questo in cui la demo deve svolgere l’oneroso compito di essere un biglietto da visita per chi non vi conosce] suoni chiari e precisi sono cosa di fondamentale importanza!
VOTO : 7/10
Selenia

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