mercoledì 31 dicembre 2008

Seven Gates-The Good and The Devil(2008)

Premessa: questo disco è disponibile in download completamente gratuito sul sito della band, quindi male che vada se non vi piace sprecate solo un po' di tempo per ascoltarlo.
Il mio consiglio è, quindi, di dargli comunque un ascolto.
La musica proposta è un power metal molto veloce e roccioso, melodico al punto giusto, ben suonato e ben arrangiato.
Si parte subito col piede sull'acceleratore con 'Message To The Stars', e fin dal primo assaggio il disco si rivela per le sue qualità. Si tratta difatti di un'opener molto diretta, dominata da potenti riff e da licks in cui la tastiera fa capolino tra gli intrecci di chitarra, ed impreziosita dai vocalizzi (sempre su tonalità proibitive) del bravo Federico. Altro gran bel pezzo è The dragon's kiss', dal vago sapore Labyrinth-iano: velocità, toccanti melodie di tastiera e linee vocali particolarmente difficili sono la ricetta vincente di questo brano, tagliato in due parti da un intermezzo rallentato pieno di soluzioni ricercate che possono rimandare ai Dragonforce.
Un po' diversa rispetto alle altre canzoni è forse 'Freedom': questo brano risulta difatti molto vario, alternando parti tipicamente power metal marchiate a fuoco da una doppia cassa a elicottero a momenti più heavy, con cori simil-anthemici.
Chiudere questo lavoro è il compito di Burning Clouds, che inizia con note vagamente arabeggianti per sfociare in un pezzo piuttosto classico, pienamente in linea con il resto del disco.
Nel complesso si tratta di un disco omogeneo, che purtroppo va collocato nel quadro di un genere un po' inflazionato dall'alto numero di uscite di media qualità. La musica ivi contenuta è molto valida, e tecnicamente impeccabile, ma a mio avviso priva di particolari spunti originali; di conseguenza consiglio questo prodotto solo agli amanti del genere, in quanto dubito che i detrattori possano apprezzare la proposta.

domenica 28 dicembre 2008

Holy Martyr - Hellenic Warrior Spirit (Dragonheart, 2008)

I sardi Holy Martyr rilasciano il loro secondo full-length, “Hellenic Warrior Spirit”, concept album dedicato, lo si intuisce dal titolo, alla tradizione epica dell’antica Grecia. Più precisamente, alla battaglia delle Termopili (480 a.C.), in cui Leonida, alla testa di 300 valorosi greci e 700 tespiesi, sconfisse il potente e molto più numeroso esercito persiano comandato da Serse. Attingendo a piene mani dalla tradizione epic metal internazionale (Manowar, Manilla Road, Virgin Steele), ma guardando anche alla lezione di gruppi italiani come Domine, il quintetto isolano si rende protagonista di una notevole performance, come dimostra “Spartan Phalanx”, dall’incedere maestoso e solenne, con un’eccellente prova canora in stile Morby da parte di Alex Mereu. La seguente “Lakedaimon” (il nome greco di Sparta) ha un incedere ritmico più pronunciato e riecheggia gli Iron Maiden sia nel riffing che nell’impostazione corale delle parti cantate. Arriviamo così al trittico “di ferro” dell’opera: “Hellenic Valour” è lenta, possente e sofferta; “Kamari, Andreia, Polemos” è un inno epico che onora le virtù belliche e il valore dei guerrieri spartani; e la scandita “A Call to Arms” è dotata di un sapore tutto manowariano. La epic ballad strumentale “Molon Labe” (che in greco antico significa “Vieni a prendermi”, frase rivolta, secondo la tradizione, da Leonida a Serse in segno di sfida) introduce “Defenders in the Name of Hellas”, vera cavalcata epica che si fa ritmicamente sempre più travolgente. L’epilogo arriva con la magnetica “To Kalesma Sta Opla”, versione acustica di “A Call to Arms” cantata in greco, una scelta vincente che ha consolidato ulteriormente la popolarità degli Holy Martyr in terra ellenica. La band è pure molto conosciuta in Germania e sta espandendo la propria fama anche sul territorio italiano, meritandosi i successi di pubblico e critica che sta ottenendo in virtù di una grande preparazione lirico-musicale e di un approccio del tutto genuino ad un genere che non rientra fra i miei favoriti, ma che, devo riconoscerlo, nelle mani degli HM diventa tanto suggestivo quanto efficace. Unico neo, una copertina miserella, che non regge il confronto con l’ottima produzione ed esecuzione di questo bel disco.
(Costantino Andruzzi)
Voto: 8/10
Contatti: http://www.holy-martyr.com/ http://www.myspace.com/hmartyr

sabato 27 dicembre 2008

Lonny Blaster-Love/Hate

Genere: Street/Hard Rock
Track List:
Bad Boys
Let Me Free
Free
All The Night
You, Me And Her
Adhrenalina
Pride To Mama
Love/Hate
Drink With Me
In pista dal 2000, sopravvissuti a cambi di line up e scazzi vari, dalla provincia di Taranto arrivano i Lonny Blaster, portatori sani di rock ‘n’ roll.In tutti i 9 brani che compongono questo full lenght, infatti, sopra ad ogni sfumatura è onnipresente quella sensazione che solo la grinta e la voglia, date da una passione sfrenata per la musica, può creare.Un altro fattore che lascia positivamente sorpresi è il tentativo dei 4 ragazzi, praticamente in ogni canzone, di tentare quel qualcosa di insolito, di non scontato; come accade dopo il secondo ritornello dell’opener Bad Boys dove il riff incalzante che caratterizza la canzone fin li lascia il posto ad una schitarrata dritta che sembra provenire da un'altra canzone. O con le atmosfere miste-Grunge di Free dove i nomi noti di riferimento sono: Velvet Revolver, Sound Garden ed i più incazzati Foo Fighters
Delle volte ciò crea un effetto spiacevole di “incongruenza” stilistica, ma se affinate a dovere le idee buone ci sono eccome.
Incazzati si, ma anche docili e patinati quando serve, come nel refrain della “Europe-iana” All The Night o nella classica ballata You, Me And Her struggente e ben composta e suonata ma che con i suoi 6 minuti di incessante costanza ritmica pecca un po’ di prolissità.
In definitiva tutti i musicisti svolgono un ottimo lavoro mettendo una buona tecnica a servizio di idee interessanti con una particolare lode alla timbrica del vocalist (1/5 di Axl Rose, 1/5 di Ozzy Osbourne e 3/5 di voglia di rompere il culo; shakerare possentemente ed eccovi serviti).
Altro punticino a sfavore è dato da un mixaggio ben fatto ma non ancora a livelli eccellenti che, dando troppo risalto alla batteria e confondendo, a volte, i suoni di chitarra; penalizza l’amalgama di un sound che altrimenti sarebbe stato ancora più convincente.
Voto: 7/10
Dyego Star
Contatti:www.myspace.com/lonnyblaster

Pino Scotto-Datevi Fuoco(Lo Scotto da Pagare)

Arriva un pò in ritardo questa recensione, ma indubbiamente era da tempo che volevo dire la mia su qusta nuova produzione del Pino nazionale! Nuova per modo di dire se uno legge i titoli, infatti son tutti brani del passato canoro di Pino, ma eseguiti in versione molto diversa e accompagnato in ogni brano da vere star del rock/blues italiano(e non solo di questi generi). Al cd è allegato anche un libro sulla storia musicale di Pino, e se cercate cose private su donne e cazzi vari passate oltre.. Si inizia con "Come noi", autentica forza della natura, rivista nella fase finale da J Ax degli Articolo31, e non vedo nessuno scandalo in questo visto che oltre 10anni fa gli stessi Extrema duettarono con gli Articolo in un ep davvero micidiale! Il brano nonostante abbia 16 anni si lascia ascoltare alla grande, e oltre a Pino, cantano G.L.Perrotti(extrema-rebel devil)più cazzuto che mai, e Lella (settevite) in più Tommy Massara(extrema) e Mario Riso(rezophonic) rendono speciale "Come Noi"!! Si prosegue con ""Il Grido Disperato di Mille Band" duetto strepitoso di Pino con Morby(Domine-Sabotage-Airspeed ecc) un pezzo anche questo di annata che qui rivive in maniera potente, al limite con lo speed, da ascoltare assolutamente!! "Dio del Blues" ballata struggente eseguita con le "Vibrazioni" e la calda voce di Francesco Sarcina vi entrerà nel cervello per uscire dopo giorni.. " Piazza San Rock" vede invece ospiti di lusso il Bud alla voce(meravigliosa come sempre)è Dario"K" Cappanera alla chitarra, della Strana Officina, e il mitico Fabio Treves all'armonica, e qui signori tanto di cappello, chi ama il blues ha un piccolo capolavoro tra le mani!!Ometto tanti altri nomi presenti in ogni brano, ma ci vorrebbe un'enciclopedia per nominarli tutti! "Segnali di Fuoco" presenta Olly(Shandon-The Fire) alla voce con Pino, altra song stagionata ma che qui rivive in un test da ascoltare e su cui meditare! "Le Stelle Cadenti" invece propone la calda voce di Trevor dei Sadist, testo naif/astratto come solo Pino può fare, grande brano! "Guado 3000" forse è il brano che mi colpisce meno, preferivo per esempio una riproposizione di "Baby Lupo" o "Leonka" ma tant'è! Si va poi con "Disperanza" bel testo e ottima musica ai confini col blues.."Predatori della Notte" esegiuta con Enrico Ruggeri alla voce è un altro top di questo album, a me piace un casino, Ruggeri la canta al meglio delle possibilità, ottimi anche Luigi Schiavone alla chitarra e Saturnino al basso, dopo "Grido disperato" il mio pezzo preferito!! "Nunù" con Roberto Tiranti(Labirynth-Vanexa) e Pier Gonella(Labirynth) un grido di dolore dalla prima guerra del golfo..Chiudono "Code di Cometa" e "Gamines" dove in quest'ultima al violino troviamo Mauro Pagani, episodi un pò minori di un album che comunque si lascia ascoltare e rilancia Pino Scotto tra i grandi del rock-metal-blues tricolore, per me sempre numero 1! Poi può piacere o meno, ma senza di lui tante cose in Italia non sarebbero successe!

Klaus P.


Voto 9/10


Contatti:http.www.myspace.com/pinoscottoofficial

martedì 23 dicembre 2008

Slow Death-The Damned

Il nuovo demo della band pugliese ci lascia all'ascolto di un piccolo repertorio progressive metal,con i brani: "Lost in the Dream", brano che potrebbe essere da colonna sonora per qualche film con trama alla "Il padrino", molto bello l'intro e deciso il ritornello!! Un pezzo che rimane molto in mente per le sue "atmosfere", "The Damned", ben arrangiato che inizia con un atmosfera di tensione,il dannato nella sua angoscia che cerca di liberarsi dai tormenti, correndo in un ritornello heavy power. Belle le parti tastiera/chitarra e ottimo il groove di batteria!"The Hammer of Thor", il titolo la dice tutta, Intro da battaglia, riff al quale e' impossibile dire di no con la testa, e potente marcia per andare nel ritornello deciso, da evidenziare la parte centrale strumentale del brano composta da un ottimo bridge pre solo e da una bella interpretazione chitarristica!! "Time of misery", si riparte con dell'ottimo heavy metal, ancora con una bella parte strumentale dove fa da padrona la tastiera eseguendo un'ottima parte solista seguita dal velocissimo solo di chitarra degno dei migliori chitarristi neo-classici per poi finire sul ritornello e l'urlo della voce a chiudere questo bel pezzo!!Beh che dire...a tutti gli amanti del genere heavy metal/progressive consiglio di tener d'occhio questi SlowDeath!! Un bel risultato "The Damned" prodotto da dei musicisti che sanno il fatto suo! E cio' non puo' essere altro che un ulteriore contributo a tenere in alto il rock tricolore dell'underground!!Auguriamo a questi ragazzi il meglio perche' stanno lavorando davvero bene!!
DEMO: -LEGION OF CHAOS 2006 (Studio6) -THE SECOND AGE 2007 (MDMastering) -THE DAMNED 2008
FORMAZIONE ATTUALE:
Stefano Lombardi(voce),Andrea Chiriatti(chitarra),Nicola Lezzi(basso) Andrea Rizzo(tastiere) Dario Petrelli(batteria),
CONTATTI:
www.myspace.com/slowdeathmetal

vOTO: 7,5/10
by Nik (www.myspace.com/nikwildroads)

lunedì 22 dicembre 2008

Alltheniko-Devasterpiece

(my graveyard production - 2008)
Dopo aver recensito alcuni grupponi della scena heavy metal italiana,eccomi a descrivere “Devasterpiece”,nuovo album (prodotto dalla inossidabile mygraveyard production)della heavy/thrash metal band di Vercelli.
Il trio (semplicemente basso/voce,chitarra e batteria) propone un heavy metal fortemente improntato sul thrash e con influenze power (alla Primal Fear) : una voce stile Rolf Kasparek accompagna un'armonia decisamente aggressiva e melodica (sopratutto nei ritornelli) al tempo stesso,e si alterna tra acuti molto alti e qualche tocco di growl,rimanendo sempre su un tono deciso e incazzato.
Il cd inizia con “Erased” : il riffone,seguito da un assolo ispirato e la batteria in doppia cassa fissa (metalllll!!)ci entra nel cranio facendoci comprendere subito il sound proposto dalla band : deciso,arrabbiato.
Con “The Evil Forces” l'inpronta thrash teutonica è palese all'inizio : assolo e terzine arroganti,stronze. Il ritornello è veramente bello e tutta la canzone è cantata in modo impeccabile.
“Thunder and Steel” ,traccia numero 3, è decisamente sullo stile power, con tanto di tastierone,pads, che offrono un aspetto più “cupo” al ritornello.Bel pezzo e ottimo arrangiamento!Proseguiamo con “Law of the stronger”,(all'interno del cd c'è il video)che segue l'idea della precedente ed è senza ombra di dubbio un gran pezzo : un riffing veramente spettacolare,il chitarrista è in possesso di una tecnica eccezionale e un buon groove. Dopo Law of the stronger,abbiamo “Devasterpiece – intro” : un inframezzo di circa un minuto e mezzo,con tanto di tastiere, alternato tra chitarra classica e elettrica e ci prepara all'impatto devastante provocato dalla traccia successiva,”Metal Unchained”, avete presente “l' heavy metal”??? Ovvero il cazzotto dritto sul muso dopo aver premuto “play” sullo stereo e con le casse al massimo del volume??Ecco ciò che provoca “Metal Unchained”...un inizio violento,incazzato,fottutamente metallico!!!A mio avviso,il miglior pezzo di Devasterpiece!
“Rise and fall”,traccia number 7,relativamente più tranquilla della precedente,si propone atmosferica e comunque aggressiva,degna del migliore thrash metal. Bello il ritornello,ottima composizione..come sempre,grande riffing.
“I'm a fucking zombie” ,come dice il titolo,è veramente strana e quasi interamente strumentale, un po' “tamarra” (come diciamo in toscana per definire qualcosa di pacchiano),”particolare”...sopratutto l'inizio,ma voglio lasciare a voi la curiosità hehehe.
Le ultime tre tracce ,”Feel the power”,”When this demon's coming” e “The godfather” sono un po' il “riassunto” delle precedenti : gran pezzi,riffing impeccabile,parti vocali (con cori tipici alla “Anthrax” dei marci primi anni'80)aggressive con batteria e basso che sostengono una ritmica veloce e piena di groove.
Gli Alltheniko si divertono nel proporre,oltre le loro canzoni,alternative particolari,come il finale di “The godfather”,con decine di parti vocali sovrastate l'una con l'altra,suoni di pistole e spari ed altro...hanno di sicuro un ottima fantasia,caratteristica!.
Passando all'analisi collettiva,"Devasterpiece" è un bel disco di ottimo heavy metal,classico,con varie influenze come spiegato in cima alla recensione,e non standardizzato.
La chitarra ha un riffing spaventoso in tutto il cd,complimenti al chitarrista,il migliore della band. La batteria ha un groove perfetto ed offre,così come il basso, un sostegno preciso al riffing impressionante e alla voce,potente e incazzata anche nelle parti melodiche..
Consiglio questo cd a tutti gli appassionati dell'heavy metal classico,amanti del power,del thrash e delllo speed metal ottantiano...del periodo migliore per questa musica meravigliosa.
TECNICA : 9
STRUTTURA PEZZI : 8
QUALITà SOUND : 8
ARTWORK : 8,5
QUALITà CANZONI : 9
TOTALE : 8,5
TRCKLIST :
1)Erased
2)The evil forces
3)thunder e steel
4)law of the stronger
5)devasterpiece (intro)
6)metal unchained
7)rise and fall
8)I'm a fucking zombie
9)Feel the power
10)when the demon's coming
11)the godfather
bonus video : law of the stronger
componenti :
DAVE NIGHTFIGHT – Voce e basso
JOE BONESHAKER – Chitarra
LUKE THE IDOL – batteria e cori
http://alltheniko.altervista.org/
http://www.myspace.com/allthenikometal
DANIELE VENTO
www.myspace.com/masterdomitaly
www.myspace.com/masterdom_daniele

Smugglerz-Demo 2008

Il 2008 è l'anno della prima demo per gli Smugglerz, pressochè neonata band di Carrara (l'idea di formare il gruppo è difatti del 2006, ma il debutto sul palco risale all'estate 2007).
Da notare che nella sua (per ora) breve vita questi ragazzi hanno affrontato un'importante svolta stilistica, in quanto da un'impostazione thrash-oriented (che vedeva Metallica, Slayer e Pantera come principali influenze) sono passati a suoni di stampo più recente, ispirati fondamentalmente ai Rage Against The Machine e in generale a quelle sonorità che Tom Morello ha introdotto nella scena musicale negli anni '90; il tutto, ovviamente, restando legati ad una sfera prettamente metal.
Questa demo si apre con Without Faith, introdotta da un giro del bassista Saverio che accompagna una voce quasi sussurrata; dopo circa un minuto parte il riff vero e proprio, con una linea vocale che dapprima ricorda i primissimi Labyrinth, e poi riprende il motivo dell'intro.
La successiva Ash è un brano breve e diretto, dominato da una chitarra effettata particolarmente incisiva, e spezzato a metà da un assolo in pieno stile Ratm. Nel complesso, si rivela forse la migliore del lotto.
Si procede con My Crime, marchiata dal basso che sembra giocherellare a rincorrersi col bravo chitarrista Marco. Molto convincente, oltre alla linea vocale facilmente memorizzabile, l'assolo centrale, supportato da un'ottima sezione ritmica. Forse un po' fuori luogo, verso la fine, una parte con chitarre stoppate e appesantite e voce parlata.
In Surround The Empty nuovamente a farla da padrone è l'intrecciarsi delle linee di basso e di chitarra, espediente che dona al brano un'impressione di concitatezza accentuata dalla voce, che veleggia sempre su tonalità molto alte e difficili.
Il compito di concludere questa demo è affidato a Under A Demson's Tree, la più pesante delle tracce qui presenti. Tra riff potenti di chitarre stoppate e strofe piuttosto incisive si giunge al solo centrale, molto breve ma non per questo privo di fascino; poi viene ripreso il motivo iniziale e si giunge alla chiusura.
Complessivamente, si tratta di un buon lavoro, in cui le potenzialità di questo gruppo sono forse un tantino offuscate dalla produzione artigianale; ma avendo visto dal vivo questi ragazzi posso assicurare che promettono bene!
Nota: Gli Smugglerz si sono recentemente separati dal cantante, e sono tuttora in cerca di un sostituto.

Francesco
CONTATTI: http://www.myspace.com/smugglerz
VOTO: 7/10

venerdì 19 dicembre 2008

Kairos-Keep Rockin' Guys


I giovanissimi Kairos (età media credo intorno ai 18) piemontesi di Ciriè, ci propongono un demo a due tracce, registrato forse in modo un pò spartano, in cui le influenze di base hard rock si sentono molto, ovviamente di originalità non se ne parla proprio, ma l'impegno profuso è tanto. Giudicare un lavoro cosi breve sarebbe oltremodo esagerato, le basi direi che ci sono, ma ora anche grazie a un pò di attività live vi attendiamo a un lavoro più massiccio, specialmente per il cantante che forse dovrebbe dedicarsi esclusivamente alla chitarra, cosa che tra l'altro gli riesce abbastanza bene, dato che alla voce mi sembra troppo monocorde. Sul my space ci sono altri 2 pezzi, un ascolto datelo, concludo dicendo che c'è molto da lavorare, ma se lo farete con lo stesso impegno e la voglia che avete messo finora (suoano da solo 2 anni) arriverete molto lontano! Per ora è tutto.

Voto 6-/10

Klaus P.

Contatti: http://www.myspace.com/thebandkairos

Sleepy Forest – Madness Will Turn Into Thanatos

Da Lecce con furore arrivano questi Sleepy Forest, gruppo metal dalle molte facce, la cui identità si è andata costruendo negli anni dopo un passato Power-Prog; attualmente gli SF propongono una miscela di heavy metal-metalcore influenzato da una vena alternativa, se vogliamo addirittura elettronica. Il tutto è supportato da un livello tecnico-esecutivo piuttosto buono e dei suoni accattivanti. E’ un EP non facile da recensire per le luci e le ombre presenti.
Dopo un intro (forse superflua) parte Come Get Some dall’eco abbastanza classico, con un basso che si intreccia ricavandosi i suoi spazi mettendosi in risalto. E’ un continuo sali e scendi…nel bene e nel male. La canzone è accattivante, dotata di spessore e arrangiata in maniera meticolosa, ma il cantato pulito non rende, specie se comparato allo scream, risulta quasi commerciale se paragonato al resto. Sul finale spunta fuori anche un fraseggio di tastiera di Alessandro (che è il cantante) che evoca una bella atmosfera. MWTIT recupera tono con Sanity is Pain, sebbene i suoni non li trovi convincenti, in cui la componente core e alternative si scambiano di ruolo in un vorticoso continuum musicale. La melodia e l’orecchiabilità sono dalla parte loro…sperimentazione e classicità qui sono davvero miscelati bene. La traccia migliore dell’album.
La quarta traccia è 4-08-09-6 in cui all’interno di una strana atmosfera quasi claustrofobica (ricorda vagamente qualche pezzo dei Subsonica) si fa largo la voce del cantante ricordandomi tantissimo Corey Taylor degl Slipknot. Non capisco se le doppie voci sono così volutamente o meno, ma sento come una dissonanza latente che mi lascia molto perplesso. Un pezzo molto complesso, evocativo e triste…ma forse a volte la genuinità premia di piu’.
A chiudere il cerchio troviamo Yazd un pezzo live, la cui qualità audio non è eccelsa, ma basta per recensire. Una band comunque molto capace anche in live, non perfetta, ma tutti molto meritevoli (specie basso e tastiera). Un pezzo, ad ogni modo, in linea con i predenti: melodia, sperimentazione, atmosfere piu’ power-heavy in questo caso…la voce forse un po’ sottotono.
Che dire…una band con un’identità in costruzione, con le idee ancora da capire veramente, ma tanto coraggio, passione e voglia di uscire dagli schemi. Sebbene non sia un demo che si lascerà ricordare a pieno, vale la pena premiare chi persegue le sue idee in un mondo a volte troppo avezzo alle sue mode infantili.
Vediamo se col prossimo lavoro vedremo un gruppo piu’ compatto e potente.

Teo Mule

Voto:7-/10
Contatti:http://www.myspace.com/sleepyforest

mercoledì 17 dicembre 2008

Trinakrius - The Black Hole Mind


Trinakrius - The Black Hole Mind (Hellion Records, 2008)
Nuovo album per i Trinakrius, che con questo The Black Hole Mind giungono alla seconda prova sulla lunga distanza. In giro dal 1995, il quintetto palermitano propone un suono ora più power metal che doom rispetto al passato, pur non mancando accenni allo stile dei loro “vecchi maestri” Candlemass e Solitude Aeturnus. Dopo una breve intro parlata, “Torment” è una galoppata power-heavy in cui si colgono influenze che vanno dagli Iron Maiden ai Black Sabbath dell’era Dio. Il nuovo cantante Flavio Rezza, appena 21enne, fa valere la sua possente ugola forgiatasi nelle fila del coro del Teatro Massimo del capoluogo siciliano. Molto bravo! Validissima la sezione ritmica Russo-Florio, supportata da un’eccellente produzione resa possibile dall’etichetta tedesca Hellion Records. “Mad” prosegue sulla stessa falsariga; si coglie anche il focus dei due chitarristi sui riff piuttosto che sugli assolo. Con “Killerotomia” siamo in territori sabbathiani all’ennesima potenza, mentre “Mental Devastation” lascia un segno davvero virulento grazie alla sua carica ritmica che invoglia all’headbanging più sfrenato. Ottimo l’intermezzo centrale dal sapore prog, seguito da un assolo di marca iommiana con venature quasi blues. Non manca una ballata, ossia “Little Angel (Samuel’s Theme)”, che riporta alla mente le atmosfere sinfonico-barocche dei Crimson Glory, nonché certi Queensrÿche. La chiusura è deputata alla rivisitazione di “Paranoid”, che i nostri eseguono in versione tutto sommato scolastica, senza infamia né lode. Personalmente li avrei visti meglio alle prese con un brano del periodo “divino” (ovvero quello con Ronnie James Dio) dei Black Sabbath. O, anche, con una “At the Gallows End” dei Candlemass. Questa chiusura sotto tono non inficia comunque il giudizio positivo sulla nuova prova dei Trinakrius, senz’altro una brillante realtà nel panorama metallico nazionale. E fa ancor più piacere rilevare che i nostri vengano dalla Sicilia, anzi, per tener fede al loro nome, dalla Trinacria!

(Costantino Andruzzi)
Voto: 7,5
Contatti: http://www.trinakrius.it/ www.myspace.com/trinakrius

giovedì 11 dicembre 2008

Look Out-Dirty Hole



Ho trovato questi brani abbastanza piatti..
Non sono solita fare recensioni tecniche, non mi interessano arpeggi, ritmi, precisione, suoni, mi interessa se un gruppo e ciò che propone mi arrivi alla pancia, al cuore e non è questo il caso.
Soprattutto nulla che non abbia già ascoltato, sonorità vagamente rock’n’roll, una evidente difficoltà ad offrire qualcosa di “nuovo”, e tratti abbastanza ibridi.
Per abitudine non leggo mai le note biografiche delle bands che devo recensire mi lascio guidare dall’ emozione dell’ascolto senza nemmeno sapere chi sto ascoltando.
Devo anche dire che ho ascoltato questi 4 brani anche a distanza di qualche ora ma più che uno spunto piacevole non trovo.
Qualcosa di vagamente hillybilly, un cantato assolutamente da smussare, rimodellare, riempire e una discreta orecchiabilità.
Il suono dei brani è abbastanza easy, abbastanza anche sciolto ma scorre anonimo, senza troppa personalità e senza una firma propria.
Contatti: http://www.myspace.com/lookoutgrosseto


Voto personale 5



Titti Angeramo

mercoledì 10 dicembre 2008

Blind Horizon-The Shadowman



Comincio quest’avventura nei panni di recensore con questo “Shadowman” dei Blind Horizon, gruppo romano che dopo diverse disavventure in termini di line-up arriva solo recentemente alla promozione di questo interessante e denso demo composto da 4 tracce; lo stile di base è un death metal molto tecnico dalle venature prog, ma che mantiene sempre un carattere molto personale sebbene strizzi l’occhio volentieri a mostri sacri come i Death/Control Denied e i Cynic.
La prima traccia è Frail Thoughts Collapsed, che funge bene da polaroid del gruppo. Tre minuti di riffing complicati, melodia, death metal e le famose influenze del prog 70s di cui mi parlano nella biografia. Il rischio di molti gruppi come questi è di proporre musica molto tecnica ma senza un substrato valido di aggressività e melodia, ma i Blind Horizon vestono bene questo ruolo e in una manciata di minuti costruiscono situazioni molto varie in cui la voce isterica di Alessandro e la batteria di Marco tengono alta la tensione dell’ascoltatore.
Non si fa attendere All Souls’ Song…appena è cominciata ho pensato ai Cynic; sia per il riffing sia per i suoni. Il pezzo in questione supera i cinque minuti e la band mostra ancora di piu’ le sue possibilità tecnico-compositive, intervallando a momenti piuttosto furiosi delle aperture melodiche particolari incernierate su tempi dispari, chitarre che a volte sono distorte (ricordando passaggi alla Death del periodo Symbolic/The Sound of Perseverance) e altre volte sono pulite. In tutto ciò la voce del singer si adatta molto bene, fino ad arrivare a cantare addirittura in pulito e duettando con il sè stesso malvagio. Molto originale, piu’ convincente della precedente.
Per la gioia del sottoscritto Stream of Violence mantiene quanto promesso dal titolo e ci si sposta verso territori piu’ puramente death old school: ritmiche piu’ serrate, molta piu’ rabbia. Il cantante alterna parti in scream a parti in growl vero e proprio (che non ho trovato all’altezza degli altri stili di cantato usati sin’ora). Verso metà canzone si fa largo un assolo molto bello e intricato, sottolineando ancora una volta la bravura dei due chitarristi (Luca e Ambra).
Chiude questo demo, Shadowman traccia piuttosto lunga che riprende un po’ il discorso cominciato con la seconda zanzone: melodia e rabbia come due facce della stessa medaglia, scream-growl che duettano con voci pulite. Sicuramente molto originale e prova di grande tecnica (bellissimi i fill di basso), ma un po’ pesante per i miei gusti.
Un demo veramente impressionante, che tutti gli amanti del death possono apprezzare, specie i fan dei tecnicismi (ma non fini a sé stessi); un gruppo con bellissime idee e un grande tecnica, prodotto molto bene.
A mio avviso si tratta solo di aggiustare il tiro e rivedere qualche soluzione, ma non escludo che sia solo una mera questione di gusti personali.
Molto bella la copertina.

TeoMule

Voto 8/10

martedì 9 dicembre 2008

Skanners-The Serial Healer

Quando si parla degli Skanners si parla dell'Heavy Metal italiano, quello della miglior specie, quello con maiuscole sia la H che la M. Si parla di una band che, pubblicando album che hanno fatto storia, ha guadagnato una popolarità sufficiente per aprire le serate di mostri sacri quali Manowar, Saxon (la cui influenza è notevole in questo lavoro), Dio e svariati altri. E quando il passato ha un simil peso, è un'impresa decisamente onerosa non deludere le aspettative createsi dopo oltre 25 anni di gloriosa attività .
Ovviamente sarebbe un errore avvicinarsi a 'The Serial Healer' sperando di trovarvi la stessa band degli anni '80: gli Skanners sono una band che ha completato la propria evoluzione, raggiungendo una notevole maturità artistica, e questo nuovo lavoro ne è la prova. I suoni si sono appesantiti, grazie anche al contributo di una sezione ritmica tellurica e ben dosata: quello che ne esce è un risultato più che soddisfacente, che ricorda molto da vicino il sound caratteristico di band come Metal Church o Saxon.
Si inizia in medias res con 'Soul Finder', mid-tempos spaziale che affascina l'ascoltatore con un sapiente gioco di chitarre. Poi 'Welcome To Hell', heavy americano fino al midollo, e 'To Die Is Not Forever', pezzo dotato di un coro anthemico particolarmente diretto e memorizzabile: la classica canzone in cui dal vivo il singer può riposare l'ugola facendo fare al pubblico il lavoro 'sporco'. Gran bel pezzo anche la title-track 'The Serial Healer': un inizio pacato, in cui la voce duetta con una melodiosa chitarra, sfocia ben presto in un riff potente e cadenzato, linea portante del brano.
Trattandosi degli Skanners, non possono mancare dei lenti: ecco quindi che la band ci dona altre due perle. La prima è 'The Dream', che risulta comunque relativamente pesante e cadenzata, e vanta un solo centrale dotato di un certo fascino. L'altra è la conclusiva 'Immortality', brano quasi acustico, melodico e pieno di pathos: una voce ora cupa, ora più sognante si staglia sopra un affascinante arpeggio di chitarra, ricordando da vicino la reprise di 'Rock Rock City'.
Si chiude così 'The Serial Healer', ottimo concentrato di sano heavy metal, prodotto che, mantenendo alto il nome degli Skanners, ne farà contenti tutti i fan. C'è poco da aggiungere... un nome, una garanzia!

Francesco



CONTATTI: http://www.skanners.it/ http://www.myspace.com/skanners (siti non aggiornati)
VOTO: 8,5/10

giovedì 4 dicembre 2008

Sutuana-Perdutamente

I Mantovani Sutuana propongono un album fortemente influenzato dal metal più classico, con risultati mediamente convincenti.Le diverse componenti del sound della band convivono nel migliore dei modi nelle 14 canzoni proposte (quasi tutte cantate in Italiano), si passa con naturalezza da veloci incursioni Heavy Metal, a parti più epiche infarcite da cori, passando a volte anche per trame chitarristiche e assoli di matrice Power Metal.Il gruppo se la cava più che bene anche dal punto di vista tecnico."Implosione" è un pezzo veramente ben riuscito, orecchiabile e bellissima la melodia(trattasi della bonus track finale n.d.Klaus).
Da non sottovalutare l'impatto emotivo dei testi che sono molto belli. (Ci tengo a precisare che non amo la lingua Italiana accostata al genere metal, ma in questo caso a mio parere il connubio è ben riuscito!).
Bella la cover di "Hush",quello dei Sutuana è un lavoro da apprezzare nel suo complesso musicale e concettuale, ideale per chi ama appunto il metal più classico in tutte le sue eccezioni.Continuate così ragazzi!!!Stay R'n'R!!!

Formazione:

Zagni Lorenzo: Chitarre & Cori
Nicoli Marco: Bassi & B.Synth
Boschini Diego: Voci & Cori
Montanari GianLuca: Batteria

Registrato & Mixato da Marco “Sappa” Nicoli (MN)
Intro di Piano ad “Urlo (x Non Pensar…)” by Gabriele MarangoniAssolo di Chitarra in “Faith (No More)” by Massimo PiasentiVoce in “Faith (No More)” by Mario Rossi dei Truculentus


voto7,5/10

Ursula aka "Mandy"


mercoledì 3 dicembre 2008

Tarchon fist-Tarchon fist



TARCHON FIST – TARCHON FIST
(2008 – Mygraveyard production)
Il super gruppo bolognese (nato riunendo alcuni tra i migliori musicisti rock della scena bolognese,tra cui Luciano Tattini dei mitici Rain)formato nel 2006 debutta - per la casa discografica “my graveyard production”,che ha sotto di sé anche frozen tears,crying steel ecc.- con questo album omonimo di tutto rispetto : “Tarchon Fist” è un insieme di buon power metal e heavy metal classico.
La prima traccia si intitola “metal detector”,e come canzone di apertura che si rispetti,inzia lasciandoci la chiara e bastardissima impronta heavy metal;L'aggressività viene poi troncata da un ritornello molto melodico,orecchiabile e facile da ricordare. Ottime le qualità vocali del cantante,una voce pulita e potente.
“It's my world” sfodera quello stile power metal tipico alla Helloween, riff ben cadenzati (per intenderci),passaggi studiati bene (sfruttando anche le possibilità vocali del cantante).
La terza, “football aces”,segue le orme della precedente evidenziando uno spunto chiaramente hard rock.
Arriviamo alla quarta traccia, “bad man mania”: qui la band si diverte deliziandoci con un coretto di voci infantili tratto dalla canzoncina “giro giro tondo casca il mondo”,piazzato ad inizio traccia per poi partire a botta. Una “gag” simpatica.(Direi una chiara e giusta denuncia contro la pedofilia! n.d.Klaus)
La quinta è “ancient sign of pirates” e subito dopo,la bellissima “black gold fever” : chitarra grintosissima e una parte cantata invidiabile per una canzone con un groove alla Saxon di Dogs of war (gruppo-fonte di ispirazione dei Tarchon,che ne esegue anche qualche pezzo durante i concerti).Da evidenziare che anche basso e batteria contribuiscono a creare l'armonia giusta.
La seguente, “no more walls”, ci riporta al miglior heavy metal anni '80,e considero questo il brano migliore insieme a “black gold fever”.
“Blessing rain”,la traccia 8,è un ballad lento e dolce; il cantante è molto capace anche con le note basse,sfoderando una voce sia dolce sia (sempre e comunque) di timbro heavy metal.Il finale è di tutto rispetto,come una buona ballad pretende.
In "the eyes of wolf” si ritorna al power metal delle prime tracce,dalla melodia malinconica e melodica,tempi veloci,tutto unito per una buona esecuzione...i Tarchon sono dei professionisti e su questo non ci sono dubbi.
“Doc hammer”,penultima traccia,è interamente strumentale : ascoltando questo brano notiamo l'influenza blues,sia nella chitarra che nel basso,e il chitarrista ci delizia sfruttando ogni possibilità tecnica a sua disposizione,tra cui velocissimi swip-picking e scale suonate a tutte le velocità.Da paura!Grande prova!Eccoci alla fine con “carved with fire”.Il cd si chiude con quest'ultimo brano, esso interpreta l' idea generale proposta dalla band,ma intorno ai 5 minuti accade qualcosa di strano : il suono cambia,l'atmosfera si fa decisamente “strana”,regalandoci circa 4-5 minuti di musica quasi psichedelica,con uso di pad sintetizzati di tastiera,batteria e chitarra dal suono elettronico,una frase cantata “distante” e ripetuta durante tutto l'intervallo... Una “mezza traccia” completamente al di fuori del resto del cd,ma va bene,è un'idea originale e sopratutto a sorpresa.(Segnalo anche gli extra con video e foto.N.d. Klaus)
I Tarchon sono l'ennesima conferma che i gruppi metal italiani sono tra i migliori al momento,e non ci sono cazzi. Bella anche la copertina. Consiglio questo cd a tutti e sopratutto agli amanti del power metal e a quelli del metal classico....non vi deluderà affatto.
TECNICA : 8,5
STRUTTURA PEZZI : 9
QUALITà SOUND : 8,5
ARTWORK : 9
QUALITà CANZONI : 9
TOTALE : 9
componenti :
Luciano “Lvcio” Tattini – chitarra
Andrea “animal” Bernabeo – batteria
Luigi “J.J. Sange” Sangermano Voce
Marco Pazzini aka "lo Spezz" – Basso
Federico "Heavy Rico" Mengoli - Chitarra sito web :
http://www.tarchonfist.com/
myspace:
www.myspace.com/tarchonfist
Daniele Vento
www.myspace.com/masterdomitaly
www.myspace.com/dmspmusic

lunedì 1 dicembre 2008

Fireyed-Fireyed


Eccomi di fronte a un prodotto davvero notevole, i casertani Fireyed autori di un hard-rock davvero di lusso, suonato con le palle! Ovviamente sono senza contratto, nonostante abbiano già suonato all'estero e prossimamente affronteranno un tour nel Regno Unito, oltretutto son musicisti di professione e si sente!! Si parte con la title track "Fireyed", splendida gemma hardrock, con refrain e coro da brividi, da cantare sicuramente a squarciagola ai loro concerti! La successiva "I wanna.. with you" è una ballad veramente da brividi, da serata romantica con la vostra donna che, messo sul lettore sto pezzo, non vi lascerà più!! Decisamente un brano perfetto, magistrale la prova del singer Erik, uno dei migliori al momento in Italia! Si prosegue con la ritmata "I'm going over", e sotto il palco tutti a saltare e ballare, si nota il basso potente in stile Steve Harrris(nota di Nik), e una compatta sezione ritmica, per non parlare dei solos dei chitarristi, aurtentici mostri! Più vado avanti nell'ascolto e più son coinvolto cosa che non capita di sovente, dico solo che ormai sarò giunto al 100simo ascolto di questocd!
"Rock'n'Sex" è una vera rock'n'roll song con coro da cantare tutti insieme, american style! Si se questi ragazzi fossero nati a Los Angeles oggi andrebbero per la maggiore in giro per il mondo.. ma noi continuiamo a sperare! "Stop & go" si apre con intro a sorpresa molto ironica che non voglio svelare ma che mi ha fatto scompisciare dalle risate;) per poi sparare riff r'n'r da brividi, ma rischio di ripetermi, chitarre lanciate in soli spettacolari, voce alla grande, basso e batteria compatti e devastanti, e come al solito coro che vi si ficca in testa!! Si chiude con "Take it easy" forse il brano meno convincente, ma è come cercare il pelo nell'uovo, l'alta qualità di tutto il cd fa si che non si possa criticare nulla di una band davvero con i controcoglioni e che mi rende orgoglioso di seguire da oltre 20anni la scena metal italiana!! Da comprare ad ogni costo!!
Formazione:
Erik Beauty8(vocals)
Blaze(drums)
Paco(guitars)
Frank(guitars)
McFly(bass)
contatti:http://www.myspace.com/fireyed
voto 9/10
Klaus P.